martedì 31 marzo 2009

Definizione e trattamento cosmetico della cellulite

Il termine cellulite, o meglio "lipodistrofia sottocutanea" o "dermo-ipodermosi", oppure il più completo "pannicolopatia edemato-fibrosclerotica" (PEFS) definiscono un'alterazione degenerativa del tessuto dermico e ipodermico.
Non confondiamola con I'adipeIn primo luogo occorre distinguere tra cellulite e adiposità localizzata. Quest'ultima non è altro che un aumento in numero e in volume degli adipociti, ovvero le cellule adipose localizzate nello strato più profondo della pelle, l'ipoderma. Nel caso di un'adiposità localizzata, non c'è alcuna disfunzione dermica o ipodermica, ma semplicemente un aumento degli adipociti. La cellulite, invece è una vera e propria disfunzione che non colpisce solo l'ipoderma, ma ancheil derma sovrastante che va incontro ad alterazioni percepibili al tatto. Di conseguenza, anche l'epidermide subisce trasformazioni visibili già a occhio nudo.Tra le cause dell'addensamento fibroso a livello del derma hanno un ruolo molto importante le modificazioni del quadro ormonale femminile. L'eccesso di estrogeni ha sicuramente un ruolo scatenante. Nonostante la relazione causa-effetto sia ormai certa, non è ancora chiaro come questa attività ormonale produca la trasformazione cellulitica delle fibre dermiche. A pari merito con gli ormoni troviamo poi i disturbi circolatori, responsabili, in particolare, dell'edema dermico. La permeabilitàdei vasi sanguigni (arteriole, capillari e venule) e linfatici che irrorano la zona, aumentaprogressivamente, per cui una parte del liquido che fuoriesce da essi non vi rientra. e ristagna tra le cellule. È per questo che la cellulite si accompagna spesso a gonfiore.Non è un caso, perciò, che nei preparati anticellulite, non manchino princìpi attivi antiedemigeni, quali saponine, terpeni ed escina. Tutte queste sostanze hanno un'attività capillare-protettrice, cioè ripristinano la normale struttura delle pareti vasali. E quando l’edema si riassorbe,la situazione migliora. Ma la cattiva circolazione è responsabile anche di una condizione assai frequente nella cellulite, e cioè l'ipotermia “a mosaico” così definita perché la temperatura nella zona interessata varia da un punto all'altro, a pelle di leopardo. La temperatura è più bassa dove c'è una situazione di ristagno. L'aspetto circolatorio ha un'importanza particolare perché dove c'è ristagno compaiono sia l'edema sia l'ipotermia. La pelle cellulitica ha un colore cianotico e grigio-giallastro, in quanto la ridotta circolazione capillare le impedisce di assumere il suo fisiologico colorito roseo.
Trattamenti cosmetici?La moderna estetica professionale punta su due azioni specifiche: antiedemigena e lipolitica.
Derivati vegetali antiedemaL'escina o l'ederina sono principi attivi presenti rispettivamente nei semi di ippocastano (Aesculus hippocastanum) e nelle foglie di edera (Hedera helix). Tali sostanzesvolgono una marcata attività antiedema e hanno un positivo effetto sulla fragilità e pemeabilitàcapillare per cui danno risultati soddisfacenti nel trattamento di cellulite edematosa, dove è evidente il ristagno interstiziale dovuto all'aumento della permeabilità dei piccoli vasi. La loro azione si svolge su tre fronti:
-aumento della resistenza vasale e miglioramento della circolazione;
- aumento della rimozione ed eliminazionedei liquidi ristagnanti nei tessuti;
-effetto antinfiammatono e anticongestizio.
Ottimi risultati si sono ottenuti anche con altre sostanze di origine vegetale ad azione simile a quella delle piante sopraccitate, quali il rusco (Ruscus aculeatus), la centella (Centella asiatica), l'uva (Vitis vinifera), e la betulla (Betulla alba). La centella in particolare si è dimostrata eccezionale poichè è in grado di stimolare una particolare proteina adesiva, chiamatafibronectina. che funge da "tacca" sulle pareti dei vasi.
Derivati vegetali IipoliticiLa caffeina e derivati vegetali che la contengono: noce di cola, semi e foglie di caffé, foglie di tè (Cola acuminata, Coffea arabica, Camelia sinensis). Questi estratti provocano un aumento della lipolisi, con positivi effetti sulla riduzione adipocitaria a livello periferico. La caffeina dimostra di possedere un ottimo coefficiente di penetrazione trans epidermico in virtù della sua struttura molecolare. Possono venire impiegati anche estratti di alcune alghe come la quercia marina (Fucus vesiculosus) contenenti iodio organico in piccole quantità, oppure gli alginati.La forma cosmetica più idonea è la crema, in grado di veicolare principi attivi sia idro che liposolubili ed è anche facilmente massaggiabile. Una delle più interessanti novità e l’inserimento di componenti con effetto promotore all’interno delle formulazioni cosmetiche, che devono agire più in profondità; sostanze capaci di agire da acceleratori del passaggio attraverso la pelle di alcuni ingredienti funzionali. Questi attivatori di recente introduzione nel settore cosmetico hanno la caratteristica di facilitare la penetrazione di alcune sostanze funzionali quali l’escina e la caffeina. Tra i più efficaci troviamo il limonene, derivato naturale ricavato dalle bucce degli agrumi (Citrus arantium, Citrus Limonum, Citrus grandis).

ELADREN Latte: Detergere con dolcezza

Lo raccomandano i dermatologi. Pulire, detergere, insistere con scrub e prodotti specifici, anche e soprattutto con l'arrivo della bella stagione, in vista dell'estate e dei suoi fasti.Ma, importante per essere in linea con i dettami della dermatologia, é anche l`uso di prodotti idonei: si tratta di detergenti "dolci", adatti a ogni tipo di epidermide, anche la più sensibile e delicata, perfetti per garantire un efficace programma di pulizia profonda.Anche e soprattutto con l`arrivo della bella stagione, la detersione diventa un gesto quotidiano da non dimenticare mai, pena una pelle spenta, poco elastica, priva di luce e turgore. Insomma, per sfoggiare un incarnato da star é indispensabile non dimenticare il detergente!Un esempio, fra i prodotti specifici, é ELADREN LATTE della linea ELADREN, un modernissimo detergente che pulisce la pelle per affinità lipidica e non per azione schiumogena. E' un latte di pulizia universale perfetto per la pulizia del viso, ma anche specifico per il corpo e per la delicatissima epidermide del neonato o dell'anziano.

I prodotti solari: SPF-Formulazione-Consigli di applicazione

UVA e UVB È ampiamente accertato che l'eccesso di esposizione alla luce solare, particolarmente ai raggi ultravioletti, abbia effetti nocivi sulla pelle umana. Entrambe le parti delle radiazioni che giungono sulla superficie terrestre, la gamma di lunghezza d'onda corta (raggi UVB 290-320 nm) e quella lunga (raggi UVA 320-400 nm) inducono cambiamenti nelle condizioni fisiologichedella cute: la luce ultravioletta può modificare la struttura e/o la funzionalità di componenti cellulari come proteine, lipidi o delle stesse molecole del DNA. La sovraesposizione ai raggi solari fa perdere, inoltre, la capacità di comunicare alle cellule circostanti fino al punto di provocare il processo di degenerazione cellulare detto apoptosi. Sembra che i raggi ultravioletti di tipo B interagiscano direttamente con le molecole della pelle che assorbono nel loro campo d'azione, mentre i radicali liberi e alcune specie reattive dell'ossigeno mediano gli effetti nocivi dei raggi UVA. Anche i cambiamenti visibili della pelle come l'eritema (cambiamento immediato) e la formazione di segni d'espressione e rughe (cambiamento a lungo termine) sono direttamente proporzionali alla quantità di luce cui la pelle è stata esposta nel corso del tempo. Per questo motivo il compito degli schermi solari è quello di proteggere la cute dai danni indotti dagli ultravioletti, e garantire la salute della pelle durante e dopo i bagni di sole.
Fattore di protezione solare SPF (Sun Protection Factor)Dal punto di vista storico i prodotti solari sono nati con la funzione di prevenire I'arrossamento cutaneo (eritema). Per questo motivo da più di 30 anni il fattore di protezione solare SPF (Sun Protection Factor) o anche, in italiano, IP, ovvero (Indice di Protezione), viene determinato e riportato sulle etichette. Si tratta di un indice di misura del grado di protezione dai raggi UVB del sole ottenuto misurando sperimentalmente la diminuzione dell'eritema da irraggiamento causato, per l'appunto, da questo tipo di raggi. La cifra ottenuta dalle prove viene utilizzata per comunicare al consumatore la capacità protettiva del prodotto che sta per utilizzare, in modo da garantirgli una tutela adeguata secondo il tipo di pelle e l'esposizione solare prevista. In passato i prodotti solari proteggevano soltanto dagli UVB, mentre gli UVA erano ritenuti innocui, tanto da essersi diffusa l'abitudine di sottoporsi a lampade artificiali con raggi di queste frequenze, che consentono un rapido e momentaneo inscurirsi della pelle. Solo di recente tali raggi sono stati riconosciuti causa del cosiddetto fenomeno del photoaging, ovvero l'invecchiamento da esposizione solare caratterizzato da forti rughe e segni d'espressione che è facile osservare sulle persone che subiscono per motivi professionali lunghe esposizioni, come marinai e maestri di sci. Oltre alla protezione dagli UVB responsabili dell'eritema, quindi, oggi è necessaria una protezione efficace contro i raggi UVA; di conseguenza i preparati più recenti utilizzano un insieme di sostanze filtranti e schermanti che proteggono da entrambi i tipi di radiazione. L’abbronzatura è fondamentalmente un sistema di protezione naturale della nostra pelle, conseguente a un insulto fisico. Infatti la prima reazione ai sole, ovvero l'arrossamento, è una risposta infiammatoria che mobilita a cascata le cellule del sistema immunitario. Si è osservato, tra l'altro, in prove di laboratorio, che il danno avviene già a dosi suberitematose, cioè prima di accorgersene per il rossore. Da qui è sorto il dubbio se l'SPF fosse sufficiente come indice completo di sicurezza dei prodotti solari durante le esposizioni.Allo stato attuale, sebbene siano aumentate le segnalazioni riguardo altri tipi di effetti nocivi, è ancora opinione diffusa che l'SPF rimanga l'informazione di riferimento degli schermi solari: in diversi esperimenti è risultato sempre proporzionale ad altri tipi di danno. Il consumatore è abituato, inoltre, a scegliere proprio tramite la cifra dell'SPF il prodotto adatto alla sensibilità specifica della propria pelle e all'esposizione cui è sottoposta, e quindi appare molto pratico utilizzare questo riferimento. È importante, comunque, porre molta attenzione sul fatto che si tratta di una misura di laboratorio relativa ai raggi UVB, e che, rispetto al valore ottenuto, esistono diversi fattori che influenzano l'efficacia pratica di protezione nell'utilizzo reale. Tra questi: il sistema filtrante, la formulazione complessiva del prodotto e il metodo di valutazione stesso. Infatti è solo dal 1994 che esiste un metodo ufficiale europeo, quello del comitato detto COLIPA. Prima di tale data coesistevano valori misurati secondo le norme americane, che risultavano più elevati, assieme a quelli più bassi ottenuti secondo le norme tedesche DIN. Per questo motivo qualche anno fa le protezioni leggere, tipo 6 o 8, misurate col metodo americano proteggevano molto meno rispetto a quelle, misurate "alla tedesca", con un certo rischio di scottature per i consumatori che passavano da un prodotto all'altro con diverse scale. Oggi, per fortuna, dopo l'avvento del metodo COLIPA questo non dovrebbe più accadere. Ancora più complessa è la questione riguardante i raggi UVA, che pur non dando problemi di eritema, penetrano in profondità, danneggiando collagene ed elastina del derma. L’indice di protezione SPF adatto a tali raggi è difficile da stabilire, dal momento che non provocano arrossamento, che è il parametro misurato nella valutazione dell'SPF classico. Alcuni produttori ora indicano anche dei valori per la protezione UVA, che però possono essere ottenuti con prove di tipo molto diverso, non esistendo ancora un metodo unico ufficiale.
FormulazioniLa funzione principale di un prodotto solare è quella di filtrare i raggi ultravioletti, e di esercitare quest'azione nel modo più efficace possibile. Per assicurare una buona protezione occorre:
un buon sistema filtrante;
una buona formulazione complessiva, per permettere ai filtri di funzionare in modo ottimale e stimolare chi li utilizza a ripetere le applicazioni con facilità e comodità. La tollerabilità è un requisito fondamentale, perché i solari vengono applicati su una pelle che si troverà sottoposta a condizioni di stress. Per questo motivo è molto importante che i prodotti con elevato fattore di protezione, che contengono quantità elevate di sostanze filtranti, siano sottoposti alle prove necessarie per escludere il loro potenziale d'irritazione e sensibilizzazione. Inoltre, proprio perché sono applicati su una vasta superficie, i prodotti non dovrebbero contenere altri ingredienti che, una volta applicati, possano dimostrare effetti indesiderati. Al giorno d'oggi esistono parecchie categorie chimiche di filtri UV: i classici cinnamati, i benzofenoni, i derivati del PABA, del dibenzoilmetano, i pigmenti inorganici e infine quelli più nuovi, con piccole catene laterali siliconiche o costituiti da microparticelle solide di filtri resi insolubili. La tendenza nel campo dei prodotti solari è, comunque, quella di utilizzare differenti molecole per coprire tutta la gamma dei raggi ultravioletti con piccole quantità totali di filtro. Ma c'è un altro motivo che spinge a usare associazioni di filtri, oltre a quello di coprire tutte le bande di ultravioletti dannose: la ricerca di un parametro detto fotostobilità. Non basta infatti assorbire le radiazioni efficacemente, ma occorre farlo a lungo. Una sostanza destinata a bloccare la radiazione solare deve possedere un'elevata stabilità chimica e fisica. Se non fosse così il contatto prolungato con la luce comporterebbe un rapido consumo del filtro. Come elastici tesi troppo a lungo, le molecole potrebbero decomporsi o esaurire definitivamente la loro capacità di assorbimento. È possibile che, al momento della prova per misurare il fattore di protezione, si ottengano gli stessi risultati di altre sostanze, ma, nella realtà, durante l'esposizione solare prolungata, alcune si "consumano" più rapidamente di altre, perdendo d'efficacia. Per limitare il più possibile questo problema, risulta utile associare sostanze schermanti in modi e quantità particolari, così da far durare nel tempo l'azione di protezione. La selezione dei filtri ultravioletti appropriati è una scelta cruciale che spetta al formulatore. Le molecole schermanti non sono tutte egualmente efficienti, alcune sono decisamente più "potenti" di altre. Filtri ad alto assorbimento di solito in formula hanno un rendimento elevato, e portano a un elevato SPF. Ma un certo effetto di saturazione viene raggiunto oltre determinati livelli e aumentando la concentrazione del filtro il fattore di protezione non migliora più. Ad esempio, nel caso dei filtri a rendimento elevato come Octyltriazone o Metylbenzylidene Camphor, una piccola concentrazione è già sufficiente per realizzare un fattore di protezione relativamente alto, che però non aumenta all'aumentare delle dosi. Si può evitare quest'effetto di saturazione aggiungendo un altro filtro, che non deve essere uno qualsiasi. Infatti, in diverse sperimentazioni molte combinazioni di filtri ultravioletti non hanno dimostrato alcun effetto sinergico. Un evidente miglioramento si ottiene invece quando si aggiunge un filtro UVA. Anchese i raggi UVA hanno solo una minima attività eritematogena, si è notato che non si può raggiungere alti valori di SPF senza alcuna protezione UVA. In Australia, dopo che si era levata qualche preoccupazione circa la frase "protezione ad ampio spettro" scritta su prodotti a basso fattore di protezione, la normativa è stata cambiata, e ora per dichiarare in etichetta tale protezione bisogna garantire un fattore di protezione di almeno 15. È stato osservato sperimentalmente che, a pari quantità di sostanza attiva filtrante nella formulazione, emulsioni più fini assorbono meglio. Il fattore di protezione di un'emulsione segue, infatti, nella maggior parte dei casi una regola semplice: più piccola è la dimensione delle goccioline disperse più alto è il valore di SPF. L'efficacia di uno schermo solare nella formula può di conseguenza essere migliorato intervenendo sullo scorrimento dell'emulsione (che controlla la stendibilità del prodotto) e sulla distribuzione di dimensione delle particelle (che controlla la formazione di un film uniforme sulla cute). Anche la sostantività, cioè la capacità di formare uno strato uniforme adesivo sull'epidermide, è molto importante in un solare: se una qualsiasi zona della pelle non è adeguatamente coperta di prodotto, si può avere danno ed eritema. Così nelle formule recenti è presente un equilibrio tra i lipidi "a tatto secco", come gli esteri ramificati e gli alchilbenzoati (che forniscono alta spandibilità al prodotto e sono, inoltre, buoni solventi dei filtri) e altri più persistenti, come i copolimeri di PVP/eicosene, per ottenere film spessi e continui di filtri perfettamente funzionali. Anche i siliconi a basso punto di fusione possono essere usati per miglioare le proprietà filmogene dell'emulsione. Questo tipo di ingredienti determina sia la resistenza all'acqua che al sudore (valore ideale: almeno il 70% di SPF residuo dopo un bagno di 20 minuti). In ogni caso, una texture gradevole che includa proprietà come la spandibilità, l'invisibilità una volta applicatoil prodotto e, in generale, una complessiva facilità d'uso, è molto ricercata, dato che l'efficacia dei filtri è collegata alla frequenza d'uso, a sua volta condizionata dalla comodità di applicazione del prodotto solare da parte del consumatore.
Regole di comportamento
Esporsi gradualmente.
Utilizzare prodotti che proteggano anche dagli UVA.
Identificare il proprio fototipo, per adottare le misure protettive adeguate. Limitare, in ogni caso, la durata delle esposizioni al sole nelle prime giornate di esposizione: la pelle va abituata gradualmente, soprattutto se il fototipo è basso (pelli chiare e sensibili). All'inizio è preferibile esporsi nelle prime ore della mattina e nel tardo pomeriggio, quando i raggi UV sono filtrati più efficacemente dall'atmosfera: in questo modo si può ottenere l'abbronzatura gradualmente.
Stare all'ombra tra le 11 e le 15 (12 - 16 ora legale): in tale momento della giornata il sole è allo zenith e i raggi ultravioletti sono più intensi. Quando disponibili, cercare di trarre profitto dalle informazioni sull'intensità dei raggi UV (bollettino UV), emanate dalle autorità di molti paesi, e seguire i consigli dati. Anche con tempo nuvoloso, le radiazioni sono presenti (soprattutto a certe latitudini e altitudini). Proteggere sempre gli occhi con occhiali da sole e non esitare a ricorrere ai vestiti quando l'intensità dei raggi solari è particolarmente elevata.
Ricorrere sempre ai prodotti solari (creme, oli, stick, latti) scegliendo il fattore di protezione in base al proprio fototipo. Il fattore di protezione di una crema solare viene calcolato in laboratorio con una quantità di crema che è spesso più abbondante rispetto a quella che in realtà il consumatore applica sulla propria pelle. Il fattore di protezione non corrisponde, quindi, alla quantità di tempo che si può passare in più al sole senza danni. Per prudenza è bene considerare che il fattore di protezione del prodotto usato può variare fino al 30% di quello indicato, a seconda del modo in cui viene applicato.
Proteggere sempre i bambini e anziani, che hanno una pelle delicata e si scottano facilmente. Per loro è consigliabile usare sempre creme solari con protezione massima. Ricordarsi che le scottature subite in età infantile rappresentano un fattore di rischio per la successiva comparsadel melanoma, mentre nell'età matura diminuiscono le difese immunitarie della pelle.
Chi svolge attività sportive al sole deve applicare i prodotti con una frequenza maggiore: la sudorazione, infatti, favorisce l'allontanamento dalla pelle dei prodotti solari. Conviene riapplicare spesso il prodotto, soprattutto dopo il bagno, anche se è resistente all'acqua. In ogni caso, qualsiasi filtro offre una protezione di durata limitata nel tempo ed è quindi consigliabile rinnovare spesso l’applicazione.
Attenzione alle superfici riflettenti: neve, ghiacciai e, in minor misura, l'acqua del mare riflettono la luce solare aumentando la quantità di raggi UV che colpiscono la pelle. È bene ricordarsi che l'azione del sole non è uguale in tutte le parti del mondo: ai tropici anche chi ha la carnagione scura necessita di un fattore di protezione molto alto. Bisogna considerare sempre in quale area geografica ci si sta esponendo, in che periodo dell'anno e a quale altitudine.
Evitare l'applicazione di prodotti fotosensibilizzanti (farmaci o cosmetici) sulla pelle e non esporsi se si assumono medicinali che possorio dare reazioni al sole. Per sicurezza chiedere consiglio al proprio medico o al farmacista.
Può essere utile usare prodotti doposole con proprietà lenitive e idratanti dopo l'esposizione al sole.

Estratti vegetali e oli essenziali in cosmetica

Le sostanze funzionali sono gli ingredienti che determinano, come suggerisce il nome, la funzione specifica di un cosmetico. All'interno di ciascun prodotto possono essere presenti in numero e quantità diversi, anche se spesso al consumatore viene comunicata la presenza, tramite I'etichetta o la pubblicità, solo delle sostanze più conosciute o ritenute più importanti dal mondo del commercio. Possono avere efficacia immediata, oppure agire solo dopo un certo tempo. Ad esempio, i filtri solari rappresentano un ottimo ingrediente anti-invecchiamento, ma la loro efficacia antirughe è visibile solo con un utilizzo continuo. Dal momento che i cosmetici vengono giudicati efficaci quando migliorano rapidamente l'immagine, spesso chi li utilizza apprezza solo i cambiamenti istantanei dopo l'applicazione. Le sostanze funzionali possono essere di tipo e origine diversa: di sintesi organica (come alcuni filtri solari), sotto forma di sali inorganici (come, ad esempio, i sali di alluminio utilizzati negli antitraspiranti), di origine animale (sempre meno utilizzati dopo l'epidemia di BSE, l'encefalopatia spongiforme bovina, ovvero la malattia della "mucca pazza") e, infine, quelle di origine vegetale, le più diffuse. Il gran successo di quest'ultima categoria è dovuto essenzialmente a tre motivi. Innanzi tutto, il sempre maggiore interessamento riguardo al tema dello sfruttamento e della violenza verso gli animali porta i consumatori a ritenere più "morale" l'utilizzo delle piante per i prodotti di bellezza. I casi recenti di contagio e morte di esseri umani a causa della BSE, di origine bovina, hanno contribuito alla diffusione dei derivati vegetali. Infine la crescente sfiducia nelle promesse della tecnologia fa si che la gente guardi con un certo timore i prodotti chimici di sintesi. Le piante vengono percepite, all'opposto, come elementi naturali e positivi. Una recensione sistematica dei derivati vegetali utilizzati in cosmetica è molto difficile, data la quantità di materie prime di tale origine presente sul mercato e il continuo avvicendarsi delle mode nel loro utilizzo. È possibile, comunque, organizzare un elenco dei derivati più diffusi (indicati di seguito con il rispettivo nome INCI, con cui vengono scritti sulle etichette degli ingredienti dei cosmetici) catalogati secondo funzionalità indicative:funzione astringente:- Rusco (Ruscus aculeatus);- Tè (Camelia sinensis);- Amamelide (Hamamelis virginiana);funzione lenitiva:- Calendula (Calendula officinalis);- Camomilla (Chamomilla recutita);- Aloe (Aloe borbadensis);- Liquirizia (Glycyrrhiz glabra);funzione purificante/batteriostatica:- Tea Tree Oil (Melaleuca alternifolia);- Pompelmo (Citrus grandis);- Rosmarino (Rosmarinus officinalis);funzione antirughe: - Ginseng (Panax ginseng);- Soia (Glycine soia);- Burro di Karitè (Butirospermum parkii);funzione coadiuvante microcircolo:- Centella (Centella asiatica);- Mirtillo (Vaccinium myrtillus);- Ginkgo (Ginkgo biloba);funzione schiarente:- Uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi);funzione coadiuvante cellulite:- Ippocastano (Aesculus hippocastanum);- Fucus (Fucus vesicolosus);funzione colorante:- Henné (Lawsonia inermis);- Noce (Juglans regia);funzione emolliente:- Olio di Avocado (Persea gratissima);- Olio di Mandorle (Prunus dulcis);- Olio di Jojoba (Simmondsia chinensis o buxus chinensis);- Olio di Oliva (Olea europaea).
Gli Oli essenzialiEsiste una categoria di sostanze funzionali vegetali che merita un discorso a sé, per il particolare tipo di molecole che la compone e per l'indubbio successo del suo utilizzo in cosmetica: si tratta degli oli essenziali. Sono sostanze odorose dall'aspetto oleoso, volatili a temperatura ambiente, ampiamente diffuse nel mondo vegetale da cui vengono estratte. Insolubili o pochissimo solubili nell'acqua, sono invece molto solubili nell'alcool e nell'etere. Vengono definiti anche oli volatili od oli eterei, per distinguerli dagli oli fissi od oli grassi (categoria alla quale appartengono i comuni oli alimentari da condimento). Nelle piante si trovano per lo più già formati all'interno di cellule specifiche e sono costituiti da miscele di molecole diverse tra loro. Regola invariabile è che si tratta di sostanze a basso peso molecolare: è questo fatto che rende i loro composti leggeri, volatili, penetranti e, soprattutto, odorosi. Gli oli essenziali vengono estratti da diverse parti della pianta, ad esempio dai fiori, dalle foglie, dai legni, dalle radici e dai semi. A volte provengono da secreti come resine o lattici. Esistono diverse tecniche per estrarli, a seconda del modo in cui sono contenuti nella materia vegetale. Tra i metodi di estrazione più comuni, quello della spremitura, utilizzato tipicamente per gli agrumi, in cui parti notevoli di oli essenziali si trovano nella scorza. La distillazione con vapore d'acqua viene invece utilizzata per la maggior parte delle altre essenze. Attraverso l'estrazione con solventi si ottengono buone quantità di oli essenziali, contenenti però tracce residue delle sostanze tecniche utilizzate per il processo, e quindi di minor qualità e non adatti all’utilizzo per ingestione. Le attività cosmetiche accertate per gli oli essenziali sono essenzialmente di quattro tipi:attività profumante: diverse indagini sono state condotte su come l'inalazione di essenze influenzi la psiche umana. In ogni caso la gradevolezza delle profumazioni e il benessere che esse assicurano ai consumatori è molto importante in campo cosmetico; attività purificante: gli oli essenziali sono antibatterici, soprattutto contro i batteri Gram-positivi, diffusi sulla cute e coinvolti nel processo della formazione del cattivo odore durante la sudorazione e nelle manifestazioni inestetiche dell'acne giovanile;attività rubefacente: alcuni oli essenziali provocano un arrossamento della cute e questo tipo d'azione può a volte essere richiesta in particolari prodotti da massaggio, i cosiddetti revulsivi;attività lenitiva: certi oli essenziali, come quello di camomilla, che contiene bisabololo, hanno dimostrato una certa attività di tipo lenitivo sulla cute.In accordo con tali funzionalità accertate, le principali applicazioni degli oli essenziali risultano nel campo degli oli da bagno (azione profumante), dei prodotti da massaggio (azione rubefacente), dei prodotti per purificare la pelle (azione antibatterica) e dei deodoranti (sia per l'azione antibatterica, sia per quella profumante). Il fatto che si tratti di estratti di derivazione vegetale, spesso da piante d'utilizzo alimentare, non deve tuttavia fare trascurare attenzione nel loro utilizzo. Una volta distillate, le concentrazioni delle essenze sono molto più elevate che nella pianta d'origine, quindi è possibile che si accumulino enormi quantità tramite l'applicazione diretta sulla pelle. Data la loro natura chimica di molecole piccole e lipofile, la penetrazione cutanea è notevole, con facile passaggio transdermico e possibile manifestazione di effetti generali sistemici.Tra l'altro, si ripropone per gli oli essenziali un problema comune a tutti i derivati vegetali: la variabilità del contenuto secondo la stagione o la zona di raccolta. La loro composizione può cambiare molto, e ciò costituisce un ostacolo per l'industria cosmetica che ricerca la costanza della qualità e della composizione chimica.
Tratto da “Cosmetologia - Guida visuale, di Mauro Prevedello” edito da Tecniche nuove

Gli additivi nei prodotti cosmetici: categorie e funzioni

Si tratta di sostanze aggiunte, generalmente in piccole quantità, per migliorare la qualità, la sicurezza o l'aspetto di un prodotto cosmetico. I conservanti, ad esempio, ne migliorano la sicurezza, i coloranti l'aspetto, gli antiossidanti la qualità complessiva.
I ConservantiI conservanti controllano la crescita dei microrganismi nei prodotti. Si tratta di una categoria di sostanze con un'azione tossica il più possibile selettiva verso batteri e funghi. L’assenza di microrganismi è importante per la sicurezza dei consumatori, in quanto un prodotto mal conservato si può deteriorare ed essere fonte di infezioni per chi ne fa uso. I conservanti sono perciò necessari, ma possono essere anche causa di reazioni allergiche: per questo la legge ne disciplina le tipologie e le quantità massime utilizzabili nei prodotti di bellezza. Recentemente sono comparsi sul mercato prodotti che sull'etichetta vengono dichiarati ''senza conservanti". In realtà, l'unico tipo di prodotto che potrebbe fare a meno di tali sostanze è il cosmetico monodose in confezione sterile; esso è però poco diffuso, dal momento che solo pochi produttori scelgono questo tipo di confezionamento, giudicato antieconomico dal punto di vista del contenuto e poco ecologico per la quantità di materiale necessaria al confezionamento di dosi limitate. Inoltre, c'è il rischio che i consumatori disattenti lo utilizzino come un flacone comune, prelevando il prodotto in più volte consecutive, con conseguenti pericoli dovuti alla cattiva conservazione delle quantità residue. Spesso, i prodotti definiti "senza conservanti" sono cosmetici autoconservati, che presentano proprietà, create dai progettisti, che ostacolano e rallentano la crescita dei microrganismi. Ad esempio, pH molto acidi o molto alcalini, seppure ancora compatibili con determinati utilizzi cosmetici, rallentano la crescita dei microbi. Vengono anche utilizzate sostanze che legano l'acqua, in modo che questa non sia più disponibile per la crescita dei batteri. Anche la presenza di sostanze funzionali, come gli oli essenziali, che possiedono una certa attività antibatterica, aiuta la conservazione. Studi di marketing hanno mostrato che i consumatori prediligono i prodotti in vasetto, che purtroppo sono quelli a maggior rischio di inquinamento microbico, visto il continuo inoculo di batteri che si effettua col prelievo tramite le dita durante l'uso quotidiano. La ricerca di strategie d'innocuità, quindi, è molto importante nel campo della sicurezza dei cosmetici: la tendenza attuale è quella di utilizzare molti conservanti di tipo diverso, ma in piccolissime dosi, in modo da ridurre la tossicità complessiva a parità d'effetto.I ColorantiLa loro funzione generale è quella di rendere l'aspetto del cosmetico il più gradevole possibile. Si possono suddividere in:coloranti naturali;coloranti sintetici.Tra i coloranti presenti in natura e utilizzati nel campo cosmetico si hanno la clorofilla (verde) e il carotene (giallo-arancio). Dal punto di vista della solubilità possono essere ulteriormente distinti in:coloranti solubili in acqua;coloranti solubili nei grassi;coloranti dispersibili;coloranti insolubili (lacche e pigmenti).Coloranti solubili nell'acqua saranno indicati per prodotti con base acquosa come shampoo e bagnoschiurna, mentre quelli solubili nei grassi per prodotti oleosi, come oli solari e da massaggio. Nei prodotti decorativi la principale funzione del colore è invece quella di modificare e rendere più gradevole l'aspetto di zone specifiche dell'epidermide. In questo caso il colore deve poter essere steso in modo uniforme sulla cute, deve essere facilmente asportabile e non colorare la pelle sottostante in modo duraturo: perciò sono necessari colori non solubili, come lacche e pigmenti. Le lacche sono sali di coloranti idrosolubili fissati su particelle di sali inorganici che fanno da supporto. I pigmenti sono invece sali minerali come, ad esempio, gli ossidi di ferro. Le loro tonalità, che vanno dal rosso-bruno fino al nero, adeguatamente mescolate con pigmenti bianchi, consentono di ottenere le gamme rosate presenti in prodotti come cipria, fondotinta e creme colorate. Ossidi di ferro colorano anche i mascara, mentre le tonalità rosse dei prodotti per le labbra sono ottenute per lo più tramite lacche. In altri prodotti, come gli ombretti, sono utilizzati anche sali di cromo (verde), di titanio (bianco), di alluminio (blu-viola).Profumi e aromiNella maggior parte dei cosmetici sono presenti apposite composizioni profumate, preparate da ditte specializzate, che dichiarano la sicurezza per l'utilizzo a concentrazioni specifiche nel particolare tipo di prodotto per cui devono essere usate. All'interno dei profumi possono essere presenti sia oli essenziali estratti da piante, sia molecole di sintesi chimica. Essendo le profumazioni costituite da diverse molecole di piccola dimensione, lipofile e molto penetranti, i prodotti ad alte concentrazioni di fragranze sono in genere poco datti ai soggetti sensibili.Secondo la nomenclatura INCI le fragranze sono indicate in etichetta come "Parfum", mentre gli aromi come "Aroma". Molte persone confondono tra loro i due concetti, equivocando con il senso del gusto. Innanzi tutto, il gusto risiede nelle papille gustative della lingua, che percepiscono solo dolce, salato, acido e amaro. L’aroma è, invece, una percezione legata alle vie olfattive. La prova comune di questo fatto è la perdita del piacere del cibo quando si è raffreddati.
Esistono quindi due vie diverse per raggiungere l'epitelio olfattivo: la prima, diretta, dal naso, dà la percezione degli odori dall'esterno ed è la via dei profumi; la seconda, indiretta, passa all'interno della cavità orale - è retro nasale - e dà la percezione dell'aroma.A livello pratico gli aromi, essendo ingeriti, devono sottostare a controlli di qualità e sicurezza particolari. Ovviamente si troveranno in tutti quei prodotti cosmetici che vengono a contatto con denti, bocca e mucosa orale in genere: dentifrici, collutori, rossetti, burrocacao e lucidalabbra.
Gli AntiossidantiLa loro funzione principale è quella di inibire le reazioni scatenate dall'ossigeno, e di proteggere quindi gli ingredienti di una formula dall'irrancidimento e dall'ossidazione. L'irrancidimento è una reazione per cui certi grassi, in presenza di ossigeno ambientale, si decompongono, producendo sostanze maleodoranti. Tra i principali antiossidanti:BHT (butilidrossitoluene);BHA (butilidrossianisolo);Tocopheryl acetate;Ascorbyl palmitate.Si tratta di sostanze introdotte in formula per agire sul prodotto, a differenza degli antiossidanti utilizzati come sostanza funzionale per proteggere le cellule dall'invecchiamento, che sono destinati ad agire invece nei tessuti viventi della cute.
I Sequestranti (o chelanti)Servono a sequestrare gli ioni di metalli presenti (rame, ferro, etc.) che potrebbero favorire reazioni ossidative o interferire con alcuni ingredienti del prodotto. Le loro molecole possiedono delle specie di chele strutturali che bloccano gli ioni togliendoli, cioè sequestrandoli, dalle reazioni che potrebbero scatenare. Per questo motivo sono detti sequestranti o chelanti. Tra di essi :Disodium EDTA;Pentasodium pentetate;Tetrasodium etidronate.
Tratto da “Cosmetologia - Guida visuale, di Mauro Prevedello” edito da Tecniche nuove

I siliconi in cosmetica: chiariamo alcuni dubbi

La cosmesi moderna è alla continua ricerca d'ingredienti che generino sensazioni nuove nei consumatori, ed è quindi molto attenta a tutto ciò che può modificare l'aspetto sensoriale dei prodotti di bellezza. I siliconi costituiscono indubbiamente una categoria di materie prime dal tatto particolare. Parlando di loro, si pensa subito alla gelatina trasparente che viene deposta sui bordi dei bagni e delle docce per bloccare infiltrazioni e perdite. Cosa ha a che fare questo materiale singolare con i cosmetici? È un "parente lontano" che condivide, però, alcune delle caratteristiche generali della famiglia, le stesse caratteristiche che, sotto forma di ingrediente cosmetico, garantiranno particolari effetti anche nei prodotti di bellezza. L’elemento da cui derivano i siliconi è il silicio. Esso proviene dalla silice o biossido di silicio (SiO2), di cui è costituita la comune sabbiaFurono due chimici parigini, Friedel e Crafts, che per primi, nel 1877, realizzarono composti in cui radicali organici di carbonio erano attaccati direttamente al silicio: per tale motivo questa sintesi porta il loro nome. La loro prima apparizione nel mondo della cosmesi avvenne intorno alla fine degli anni '60: all'inizio entrarono lentamente tra gli ingredienti delle formule cosmetiche, come additivi da usare in piccole dosi per rendere maggiormente idrorepellenti creme protettive o prodotti solari. Il periodo successivo vide la loro diffusione nei prodotti per capelli, quali districanti e lucidanti, o come additivi per migliorare la stendibilità e la sericità delle creme, o semplicemente per togliere il cosiddetto "effetto bianco" al momento dell'applicazione delle emulsioni. I siliconi, infatti, agendo sulla tensione superficiale, impediscono la formazione della microschiuma che si crea quando si stendono le creme su ampie zone cutanee ricche di peli o poco lisce (un effetto sgradevole che dà la sensazione di cattivo assorbimento del prodotto). È solo di recente, comunque, che l'utilizzo di tali sostanze ha cominciato a diffondersi: sono oggi comparse emulsioni totalmente siliconiche e si è assistito a un boom dei siliconi volatili, particolari derivati a catena molto breve o ciclica, utilizzati come ingredienti base del trucco no transfer. Caratteristiche e tipologie di siliconi Non esiste un solo tipo di silicone, ma una serie di materiali diversi con una caratteristica in comune: la presenza degli elementi silicio e ossigeno. È proprio il ripetersi di questa alternanza Si-O-(Si-O)n, . . . . che costituisce la spina dorsale di questi prodotti chimici e ne determina alcune delle particolari proprietà. L'elevata forza del legame silicio-ossigeno (Si-O), rispetto ai comuni legami carbonio-carbonio (C-C) o carbonio-ossigeno (C-O), determina la grande stabilità chimica e termica di questi composti; l'elevata lunghezza di legame determina invece una bassissima resistenza alla rotazione e quindi un'enorme flessibilità delle molecole. Questo fatto ha due importanti conseguenze: la prima è quella di permettere la libera rotazione delle catene laterali, fatto che genera la particolare sensazione vellutata al tatto tipica di queste sostanze; la seconda è quella di facilitare la diffusione di molecole gassose all'interno della struttura polimerica: questo implica, nelle formulazioni cosmetiche, la formazione di film traspiranti sulla superficie della pelle. A queste caratteristiche di specie si aggiungono poi quelle legate a tutti gli altri parametri che possono essere modificati nella struttura del polimero. La catena base può dare diversi prodotti, che variano dai siliconi ad anello, i ciclosiliconi, fino alle catene lineari di varie lunghezze. Possono essere collegati molti tipi di catene molecolari ai due legami liberi del silicio lungo lo scheletro silicio-ossigeno. Quando le catene laterali sono costituite da un atomo solo di carbonio si ha il polidimetilsilossano, o simeticone. Questo composto è utilizzato oggi anche come farmaco per calmare le coliche gassose dei neonati, dal momento che la flessibilità del legame silicio-ossigeno abbassa la tensione superficiale fino a manifestare proprietà antischiuma e antigas sui succhi gastrici. La modificazione dei corti gruppi metilici con altri tipi di catene può, invece, cambiare le caratteristiche dei siliconi fino a trasformarli in tensioattivi emulsionanti. Riepilogando, le principali categorie di siliconi sono quindi: polidimetilsilossani: costituiscono la maggior parte dei siliconi utilizzati nel mondo della cosmetica. Emollienti, filmogeni, danno un tocco leggero e asciutto ai prodotti che li contengono. Essendo antischiuma, aggiunti in piccole dosi alle creme, impediscono l' "effetto bianco" al momento dell'applicazione. Sono di tre categorie principali: - ciclici (le due parti terminali dello stesso polimero si condensano con formazione di un anello chiuso); - volatili lineari; - non volatili lineari; siliconi elastomeri: la loro struttura molecolare possiede ramificazioni e ponti che ne modificano il comportamento viscoelastico. Possono formare anche gel trasparenti; siliconi polieteri (copolioli): addizionando allo scheletro di base catene poliossietileniche e/o poliossipropileniche si aumentano le caratteristiche idrofile: questi derivati abbassano fortemente la tensione superficiale e possono agire da emulsionanti; fenilsiliconi: la sostituzione con gruppi fenilici modifica l'indice di rifrazione: si ottiene lucentezza e trasparenza nei prodotti da trucco. Migliora inoltre la compatibilità con le sostanze organiche; alchilmetilsilossani: si ottengono rimpiazzando alcuni metili dei metilpolisilossani con catene di carbonio con più di sei atomi: aumenta I'occlusività e la sostantività. Come ingredienti nei prodotti per capelli, forniscono corpo senza appesantire. Sono cerosi e sono spesso utilizzati anche come emulsionanti. In pochi anni siamo passati da cinque aziende mondiali produttrici di siliconi per i cosmetici a ben 23. Un recente censimento, secondo la nomenclatura europea dei cosmetici INCI, registrava 125 voci diverse. Secondo alcuni sarebbero troppi rispetto ai possibili utilizzi cosmetici, ma è proprio il crescente successo a determinarne un ulteriore sviluppo esponenziale: negli Stati Uniti ben il 30% dei prodotti cosmetici sul mercato contiene siliconi. Diffondendosi il loro uso viene a diminuire uno dei fattori che per anni ne hanno condizionato l'utilizzo: il prezzo, da sempre piuttosto elevato.
Tratto da “Cosmetologia - Guida visuale di Mauro Prevedello” edito da Tecniche nuove

FIDREN CREMA: Quando la soluzione è topica

Pelle che brucia, che tira, che si arrossa…pruriti, bollicine, disagi cutanei. Ora la soluzione è pratica ed efficace e basta davvero poco per ottenere un beneficio. A prova di pelle! Succede a tutti, e a tutte le età. Improvvisamente la pelle pizzica, si arrossa, tira e magari si desquama, perdendo elasticità e tono. Le cause? Possono essere molte e tutte diverse. Spiega la dottoressa Magda Belmontesi, dermatologa. “La pelle, a ogni età, è soggetta a disturbi differenti. In dermatologia è molto facile riscontrare soggetti la cui cute è facilmente soggetta a stati irritativi che vanno dalle dermatite da contatto (orecchini, anelli di metallo non idonei), alla secchezza cutanea originata da problemi ormonali, a patologie vere e proprie che possono aggredire per esempio la sfera genitale con vere e proprie vulvovaginiti o infezioni batteriche sia acute che severe.” BAMBINI, NEONATI E…ADULTI “Nel bambino – continua Belmontesi – si assiste spesso a problematiche a livello cutaneo. Tipica è la dermatite da pannolino che provoca non pochi disagi al piccolo, con sederino arrossato, pruriti, vere e proprie lesioni cutanee nei casi più gravi.”E non parliamo poi della sudamina che aggredisce anche gli adulti e si presenta sovente in estate o non appena il tempo si fa più caldo e umido. “Il neonato poi – aggiunge la dermatologa – può presentare anche problematiche di secchezza cutanea e vere e proprie orticarie causate da cambi di alimentazione, disturbi gastroenterici, intolleranze alimentari o vere allergie.” Anche noi adulti abbiamo la nostra parte di guai a livello di …pelle. Dalle infezioni ginecologiche – vulviti, secchezza vaginale, infezioni vere e proprie – a quelle urologiche come le balanopostiti batteriche o micotiche, senza contare anche i normali esiti di operazioni estetiche o trattamenti dermatologici. Spiega Magda Belmontesi: “ Dopo peeling particolarmente irritanti, o terapie topiche di una certa importanza – la laserterapia ambulatoriale per esempio - o trattamenti specifici anti-invecchiamento possono verificarsi reazioni cutanee che vanno dal gonfiore all’ematoma. Anche l’esposizione al sole senza particolari protezioni e alcune condizioni atmosferiche come il vento e il freddo estremo possono acuire problemi e patologie della cute, provocandone un’irritazione e altri fenomeni di intolleranza. In tutti questi casi l’intervento con creme a base di sostanze cortisoniche può generare - soprattutto se protratto nel tempo – una reazione cutanea di assottigliamento e secchezza destinato ad aggravare il disagio. Sorge allora l’esigenza di poter contare su un rimedio topico che possa dare risultati ottimali in poco tempo e in modo sicuro senza conseguenze di sorta.” I prodotti di questo tipo usano sostanze ad alto valore idratante e umettante. Molto usato, per esempio è l’Acido Jaluronico e vari principi attivi dalle spiccate proprietà anti-irritative.” Qualche esempio? L’Acido Alfa Lipoico, la Mimosa Tenuiflora, la vitamina E, la vitamina F, l’Allantoina, Pantenolo. Tutte soluzioni, insomma, che la moderna cosmesi di ricerca vanta ormai in prodotti a uso topico, appunto, non steroidei dalle spiccate proprietà anti-infiammatorie, normalizzanti, idratanti e lenitive. Una risposta sicura e completa a problematiche cutanee di diversa origine, perfetti per lenire sensazioni fastidiose e vere e proprie patologie senza costituire un problema per l’organismo. (vedi FIDREN crema della RPF)

FIDREN CREMA: Un antinfiammatorio non steroideo

Si chiama Fidren Crema ed é un antinfiammatorio non steroideo, lenitivo, normalizzante e idratante in grado di porre rimedio a molte problematiche a livello cutaneo. Dalla cute sensibile e facilmente irritabile alle orticarie e sudamine dei bambini, passando per i problemi ostetrici e le conseguenze di operazioni chirurgiche o i trattamenti dermatologici irritanti come i peeling e la laserterapia. Fidren Crema rappresenta la risposta sicura a tutti i problemi della pelle e delle mucose: in più garantisce un'efficace azione idratante e umettante specifica per dar sollievo a irritazioni e rossori.

FIDREN SPRAY: Un insettorepellente-lenitivo sicuro ed efficace

Zanzare? Insetti molesti? Ora c'é un nuovo spray perfetto sia come prodotto insettorepellente che come utilissimo aiuto nel caso di punture di zanzare e c. Si chiama Fidren Spray ed é a base di purissimi oli vegetali, vitamine A, F ed E, Mimosa Tenuiflora, Acido Ialuronico, Pantenolo e Allantoina. Un mix vincente che lascia la pelle gradevolmente profumata e perfettamente protetta!

ELADREN CREMA: Per una pelle all'avanguardia!

Si chiama Eladren Crema Giorno ed é una nuovissima crema che riassume in sé validi scopi dermatologici. Per prima cosa un principio attivi esfoliante, rigenerante e poi una valenza foto-protettiva per prevenire e curare i danni del foto-invecchiamento. Un dato di fatto: il trattamento racchiude in se più azioni clinicamente efficaci: eccole in sintesi.
IDRATANTE, ELASTICIZZANTE, FOTOPROTETTIVA
con effetti:
TENSORE, ANTI-AGE e DEPIGMENTANTE
UN PRODOTTO PER TUTTO L’ANNO 24 ore al giornoIl prodotto é valido come unica terapia da usare mattina e sera dopo una delicata detersione, oppure in associazione a terapie integrate per il ringiovanimento globale, come l’uso del laser frazionato, peeling, lipofilling e Filler-btx. Spiega la dottoressa Magda Belmontesi, dermatologa:"Nei casi di fototipo alto, macchie ricorrenti, uso di anticoncezionali, uso di farmaci fotosensibili, esposizione ad agenti fisici, a Eladren Crema Giorno va fatto seguire l`utilizzo di Eladren Sole. L’uso del prodotto va rinnovato durante la giornata nei casi di esposizione a radiazioni ultraviolette e altri agenti fisici."La sperimentazione presentata dalla dottoressa Simona Belli al XXIX Congresso Nazionale della Societa Italiana di Medicina Estetica, ha dimostrato che Eladren Crema Giorno é utile anche nelle pazienti insofferenti all’utilizzo di più creme; nelle persone che subiscono uno stress da trucco/strucco. In chi ha poco tempo disponibile per la cura e l’igiene quotidiana del viso. Il risultato ottenuto con Eladren Crema Giorno é anche dovuto alla novità della sua formulazione.
UNA FORMULA PERFETTA e ALL`AVANGUARDIAVediamo in sintsi le componenti del trattamento:1.AZELOGLICINA ad effetto depigmentante;2. PEPHATIGHT ad effetto tensore;3. MATRIXYL ad effetto levigante e stimolante della matrice dermica;4. TREALOSIO ad effetto idratante;5. FILTRI UVA e UVB che garantiscono una fotoprotezione medio/alta ad ampio spettro (SPF 25).
Il tutto fa di Eladren Crema Giorno un prodotto e un cosmeceutico in grado di ottenere più azioni sull’invecchiamento cutaneo integrandosi su protocolli di ringiovanimento globale senza nessun effetto collaterale. Il buon assorbimento e la non untuosità del prodotto, infine, permettono di usare Eladren Crema Giorno come base trucco "non ostruente" con effetto tensore e levigante. Il prodotto trova indicazione sia nel trattamento di pelli mature, attenuando le rughe e mostrando un’azione riparatrice, depigmentante associata a un effetto lifting, che migliorando lo spessore, la compattezza e la luminositàdi tutti i tipi di pelle. Senza dimenticare un particolare importante: la buona azione preventiva anche su pelli più giovani, intolleranti e reattive. L’uso di Eladren Crema Giorno, oltre ad essere indicata come terapia unica, si pone anche come integrazione delle metodiche di ringiovanimento globale, consentendo di ottenere un effetto più duraturo dei risultati.

Dal testo di legge sui cosmetici: chiariamo alcuni dubbi!

Art.8"1. I prodotti cosmetici, ivi compresi i campioni gratuiti distribuiti al di fuori dei normali punti di vendita, possono essere immessi sul mercato soltanto se il contenitore a diretto contatto con il prodotto, di seguito indicato come condizionamento primario, e l'imballaggio secondario recano, oltre alle eventuali denominazioni di fantasia, le seguenti indicazioni in caratteri indelebili ed in modo facilmente leggibile e visibile: " LA SCADENZA SUI PRODOTTI COSMETICI "c) la data di durata minima del prodotto cosmetico, che corrisponde a quella alla quale tale prodotto, opportunamente conservato, continua a soddisfare la sua funzione iniziale e rimane in particolare conforme alle disposizioni di cui al comma 1 dell’articolo 7. Essa è indicata con la dicitura ‘da usare preferibilmente entro ...’ seguita dalla data stessa, oppure dall'indicazione del punto della confezione su cui questa figura. La data è indicata in modo chiaro e si compone, nell'ordine, del mese e dell'anno oppure del giorno, del mese e dell'anno. Se necessario, tale indicazione è completata precisando anche le condizioni da rispettare per garantire la durata indicata. L'indicazione della data di durata minima non è obbligatoria per i prodotti cosmetici che abbiano una durata minima superiore ai trenta mesi. Per tali prodotti è riportata un'indicazione relativa al periodo di tempo in cui il prodotto, una volta aperto, può essere utilizzato senza effetti nocivi per il consumatore. Tale informazione è indicata tramite il simbolo raffigurato nell'allegato VI-bis, seguito dall’indicazione del numero dei mesi, o degli anni, o degli anni e dei mesi, in cui il prodotto, una volta aperto, può essere utilizzato senza effetti nocivi per il consumatore; " PAO L'ORDINE NEGLI INGREDIENTI DEI PRODOTTI COSMETICI "h ) l'elenco degli ingredienti nell'ordine decrescente di peso al momento dell'incorporazione. Tale elenco viene preceduto dal termine ‘ingredienti’ o ‘ingredients’. In caso di impossibilità pratica, un foglio di istruzioni, un'etichetta, una fascetta o un cartellino allegato devono riportare gli ingredienti, ai quali il consumatore deve essere rinviato mediante un'indicazione abbreviata o mediante il simbolo di cui all'allegato VI, che devono comparire sulla confezione. Tuttavia, non sono considerati ingredienti: 1) le impurezze contenute nelle materie prime utilizzate; 2) le sostanze tecniche secondarie utilizzate nella fabbricazione ma che non compaiono nella composizione del prodotto finito; 3) le sostanze utilizzate nei quantitativi strettamente necessari come solventi o come vettori di composti odoranti e aromatizzanti. 2. I composti odoranti e aromatizzanti e le loro materie prime devono essere indicati con il termine ‘profumo’ o ‘parfum’ e ‘aroma’. Tuttavia, la presenza di sostanze la cui indicazione è prescritta ai sensi della colonna ‘Altre limitazioni e prescrizioni’ dell'allegato III figurano nell'elenco indipendentemente dalla funzione che hanno nel prodotto. 3. Gli ingredienti in concentrazione inferiore all'1 per cento possono essere menzionati in ordine sparso dopo quelli in concentrazione superiore all'1 per cento. 4. I coloranti possono essere indicati in ordine sparso dopo gli altri ingredienti, conformemente al numero colour index o alla denominazione di cui all'allegato IV. Per i prodotti cosmetici da trucco, ivi compresi quelli per le unghie e per i capelli, immessi sul mercato in varie sfumature di colore, può essere menzionato l'insieme dei coloranti utilizzati nella gamma a condizione di aggiungervi le parole ‘può contenere’ o il simbolo '+/-'. " LA DENOMINAZIONE DEGLI INGREDIENTI DEI PRODOTTI COSMETICI "5. Gli ingredienti devono essere dichiarati con la nomenclatura comune prevista dall’inventario europeo degli ingredienti cosmetici di cui alla decisione della Commissione delle Comunità europee 96/335/CE dell’8 maggio 1996, pubblicata nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee n. 132 del 1° giugno 1996, e sue modificazioni, ovvero, se gli ingredienti non sono compresi in tale inventario, con una delle altre denominazioni previste dal predetto inventario."

IDRASTIN: Sinergia per la pelle

Prodotti specifici per per un`epidermide in piena forma. Eccoli...
IDRASTIN®Gommage - Gel detergente viso/corpo con microsferule di jojoba ad azione levigante, idratante, lenitiva ed elasticizzante con fitoestratti ad azione specifica antimicrobica. Permette un trattamento esfoliante naturale, privo di effetto abrasivo; dona luminosità alla pelle impura grassa e ipercheratosica. Utile per preparare la cute a trattamenti cosmetici specialistici anche per il suo potere veicolante. Sostituisce il sapone per l’igiene quotidiana della pelle grassa, a tendenza acneica, con brufoli, punti neri, ipercheratosica ecc. La novità del prodotto é di di promuovere sia un peeling chimico che un peeling meccanico. Il peeling chimico é favorito dai principi attivi degli alfaidrossiacidi, dell’ananas e della papaia a livello dello strato corneo. Il peeling meccanico é dovuto all’azione di rotolamento delle diverse microsferule di jojoba . Le microsferule rompendosi, per l’effetto massaggio, liberano sostanze ad azione idratante, nutriente e lenitiva. Non più quindi derivati del petrolio come le sferule di ossido di etilene a effetto abrasivo e irritante. Indicazioni: gel detergente delicatamente schiumoso ad azione levigante con microgranuli e microsfere di cera di jojoba, in sinergia con alfaidrossiacidi ed estratti vegetali di ananas, papaia , pompelmo e limone. Efficace nella pulizia del viso e del corpo in presenza di pelli seborroiche, impure, con comedoni e tendenza acneica. Gli oli essenziali di melaleuca alternifolia ed altri fitoestratti, garantiscono un’efficace azione difensiva cutanea contrastando la proliferazione batterica. Usato regolarmente favorisce l’eliminazione di cellule morte superficiali, libera i pori ostruiti dal sebo, ripristina l’ossigenazione cutanea rendendo la pelle pura, liscia e luminosa.IDRASTIN®Levigante Corpo - Crema gel, con acido glicolico al 20%, ad effetto rigenerante ed anti age, ad alto potere cheratolitico. Grazie al suo effetto esfoliante, che indebolisce i legami intracellulari nello strato corneo, l’acido glicolico accelera il trofismo cellulare: le cellule morte sono sostituite con cellule giovani, operando una profonda ristrutturazione della pelle, rendendola più idratata e levigata. La presenza di mimosa tenuiflora, dell’olio di iperico e dell’acido Jaluronico accentuano l’azione rigenerante dell’IDRASTIN® Levigante Corpo. Le vitamine idrosolubili, attive nel comparto idrofilo, e le vitamine liposolubili, attive nel comparto lipofilo, promuovono un’azione anti radicali liberi integrale proteggendo la cute da stress ossidativi ambientale e iatrogeno. Prodotto elettivo nella riparazione dell’epidermide con problemi di smagliature e di acne. Particolarmente indicato anche nel trattamento cosmetico di piccole cicatrici, pelle secca, rugosa e desquamata. Indicazioni: Idratante, levigante e rigenerante naturale, indicato come trattamento cosmetico delle smagliature che si manifestano dopo il parto o dopo diete dimagranti. Inoltre può essere usato sia come trattamento preparatorio nei soggetti che effettuano sedute di peeling, sia come unico trattamento in soggetti che necessitano solo di un importante intervento cheratolitico.IDRASTIN®Visage - Crema fluida anti-age rivitalizzante e rigenerante con effetto elasticizzante, antiossidante integrale e levigante superficiale. Con acido glicolico al 10%, acido jaluronico, olio di rosa moscheta, pantenolo, mimosa tenuiflora, allantoina e fitoestratti ad azione vasoattiva. L’IDRASTIN®Visage per la sua azione rigenerante leviga le imperfezioni della pelle, attenua le rughe e le discromie; aumenta la compattezza e la luminosità della cute. Il prodotto é elettivo negli esiti acneici, nelle rughe e nell’ipercheratosi; la presenza dell’olio di rosa moscheta, ad azione lenitiva e nutriente, diminuisce i rischi di irritazione e rende il trattamento dolce. Il trattamento con IDRASTIN®Visage mantiene liscia la superficie della pelle, impedisce ai canali follicolari di ostruirsi e frena lo sviluppo di cheratosi. Grazie a questa azione il prodotto è elettivo nel trattare e prevenire la secchezza, la ruvidità della pelle e le macchie cutanee, promuovendo il rinnovamento cellulare. L’IDRASTIN® Visage svolge anche un’azione veicolante favorendo la penetrazione dei principi attivi e rende la pelle molto più ricettiva agli altri prodotti topici. L’insieme delle azioni promosse dall’IDRASTIN®Visage assicura in poco tempo risultati sicuri ed evidenti a livello dell’epidermide. Il primo segno, sin dalla prima settimana d’impiego, é il ripristino della luminosità cutanea; poi i lineamenti appaiono più levigati, le rughe tendono ad attenuarsi e la pelle ritrova una maggiore tonicità. Tutto ciò perché il prodotto facilita il ricambio cellulare in quanto l’eliminazione delle cellule morte superficiali stimola la produzione di cellule nuove. Indicazioni: idratante, levigante, rigenerante naturale per viso, collo, decolleté, piccole cicatrici e inestetismi da acne. Libera da comedoni e punti neri la pelle seborroica. Ottimo come trattamento preparatorio e di mantenimento alle sedute di peeling chimico.

VISU-TON e VISU-LEN: Per una vista ...da aquila!

Una vista d`aquila? Occhi a prova di stress? Si può fare, utilizzando integratori specifici a base di sostanze utili al perfetto funzionamento della funzione visiva. Il primo, Visu-Ton é a base di minerali, sostanze anti-ossidanti, luteina, vitis vinifera e mirtillo. E` specifico per proteggere la vista dall`invecchiamento, dal sole e dall`inquinamento ambientale. E` elettivo inoltre per tutti coloro che si sottopongono a sforzi visivi come gli studenti, gli autisti (soprattutto se guidano di notte e a lungo), piloti e persone anziane.Il secondo, Visu-Len é un attivatore metabolico di vitamine e anti-ossidanti con acido Alfa Lipoico ad alto dosaggio, Luteina, MSM. Si tratta di un prodotto elettivo per quelle persone che vogliono proteggere la vista dagli "insulti" degli anni che passano e delle avverse condizioni fisiche (diabetici, per esempio, persone anziane a rischio di glaucoma e degenerazione maculare dovuta all`invecchiamento). Non solo. Il prodotto é anche specifico per i disturbi visivi riconducibili ai processi degenerativi specifici a carico dell`occhio. Non a caso uno dei suoi componeti, l`MSM, é una forma di zolfo particolare che contribuisce alla generazione del Glutatione, utile per difendere l`occhio e la nostra vista dagli agenti foto-ossidanti.

ELADREN SOLE: A prova di sole

Il sole può far male. E molto. Ma é anche una panacea per la pelle e per il nostro organismo e ciò non va mai dimenticato. Per poter usufruire del caldo abbraccio solare senza paura, garantendo alla nostra epidermide la necessaria protezione, ormai ci sono prodotti specifici dagli ottimi risultati e dall`estrema tollerabilità. Anche da parte delle pelli più fragili e sensibili, decisamente più esposte agli "insulti" dei raggi ultravioletti. Un esempio é Eladren Sole una crema solare di nuovissima concezione, in grado di proteggere, idratare e apportare alla pelle sostanze fondamentali per il suo benessere. Prodotto elettivo per epidermidi con problemi cutanei come le fotoallergie, le macchie solari, la couperose, gli esiti cicatriziali, Eladren Sole favorisce un`abbronzatura al top nel totale rispetto della natura e delle esigenze della nostra cute. E non solo. Eladren Sole é formulato con speciali filtri e schermi solari, vitamina E – un agente fondamentale per il benessere della pelle - succo concentrato di aloe vera e bisabololo, per una sinergia di intenti volti alla protezione totale, ma anche alla naturale idratazione della nostra pelle.
L`abbronzatura vissuta come sinonimo di salute e bellezza non deve mai andare a discapito del benessere della nostra cute. Ed é importante sottolineare che il quantitativo di melanina prodotto é diverso a seconda degli individui ed é graduale nel tempo. Persone con la carnagione molto chiara per scarsa esposizione al sole nel tempo e/o per costituzione e fototipo necessitano sempre di particolari precauzioni durante l`esposizione agli ultravioletti. Eladren Sole é stato formulato apposta per servire allo scopo, prevenendo nel frattempo anche l`insorgere di fenomeni infiammatori a carico della pelle e permettendo inoltre la naturale evoluzione del processo melanogenetico a tutti coloro che presentano una cute particolarmente delicata e sensibile. L`aloe vera - di cui Eladren Sole é ricco - ad azione emolliente e idratante, lenitiva e rinfrescante, apporta alla pelle nutrimento e benessere. Senza contare che la sostanza aiuta anche il processo di cicatrizzazione cutaneo su lesioni ulcerative provocate da sole, trattamenti chimici, ecc. La vitamina E, poi, é un naturale agente di contrasto nei confronti dell`azione lesiva dei famigerati radicali liberi, i principali responsabili dell`invecchiamento dell`organismo. Infine, il bisabololo - presente in natura nell`olio essenziale di camomilla - lenisce le fastidiose sensazioni di bruciore che possono essere connesse all`esposizione agli ultravioletti, contribuendo a donare alla pelle freschezza e vitalità.
Nella linea Eladren si trovano in vendita in farmacia anche:Eladren Liquido per una detersione ottimale e priva di effetti collaterali, specifica per le pelli più delicate e sensibili;Eladren Emulsione a formula idratante e lenitiva, antiprurito e lenitiva per ogni sensazione pruriginosa, ma anche per le punture si insetto tipiche dell`estate e della stagione calda in genere; é elettiva come rinfrescante negli eritemi solari.Eladren Crema, per una protezione di viso e collo quotidiana, ideale anche come sottocipria e base per il make up;Eladren Latte, per la detersione delle pelli più sensibili, specifica per il neonato e l`anziano, ricca di agenti idratanti e umettanti a ph neutro. Deterge per affinità lipidica, senza azione schiumogena.

IDRASTIN GEMME: Le gocce della bellezza

Un prezioso trattamento anti-età. Un gesto confortevole dedicato a una pelle che ha bisogno di coccole. Una formulazione unica per un’epidermide più tonica e levigata. Si chiamano Idrastin Gemme e sono un concentrato unico di principi attivi per un trattamento ottimale delle pelli stanche, stressate, alle prese con i problemi legati all’invecchiamento. A base di retinolo puro, estratto brevettato di thé verde, curcuminoidi, vitis vinifera, phitosfingolipidi, sono l’ideale per contrastare la perdita di luminosità della cute. E non solo..L’azione anti-infiammatoria e antiedema specifica di Idrastin Gemme rende il prodotto perfetto per il trattamento cosmetico della couperose, nella prevenzione delle microecchimosi da trattamenti cosmetici, nei trattamenti post intervento di chirurgia plastica (blefaroplastica, laserterapia, biorivitalizzazione, ecc…).L’applicazione è semplice. La gemma, aperta in un gesto, sprigiona sulla pelle il suo prezioso contenuto di sostanze benefiche. E, dopo un breve massaggio, l’epidermide appare immediatamente levigata, turgida, splendente. Proprio a questo proposito Idrastin Gemme propone una innovativa formulazione che, essendo priva di acqua, non necessita di conservanti. Il prodotto risulta perciò assolutamente privo di effetti collaterali. Inoltre, proprio la formulazione monodose evita l`esposizione del prodotto a fonti di inquinamento ambientale "post apertura", per cui non necessita di PAO (periodo di validità del prodotto dal momento della prima apertura). Idrastin Gemme si rivela, quindi, un aiuto immediato e sicuro in vista della primavera e, in genere, di tutti i cambi di stagione. E diventa un apporto insostituibile di sostanze attive per mantenere la nostra pelle davvero al top.

EUDREN: Il benessere inizia dalle gambe

Gambe pesanti, gonfiore di caviglie ed estremità? E ancora...Prurito e lieve dolore diffuso, crampi - specialmente notturni - e formicolii? I sintomi della insufficienza venosa sono tanti e tutti non certo piacevoli. E sono sintomi che si accentuano, spesso, in determinati periodi della vita femminile. La gravidanza, per esempio, il ciclo mestruale vicino, l`assunzione della pillola anticoncezionale, la menopausa. E poi la vita sedentaria, la scarsa attività fisica, il peso eccessivo, un`attività lavorativa che obblighi a stare molto in piedi, la stitichezza e molto altro ancora. Per contrastare l`insufficienza venosa bisogna perciò agire su più fronti con interventi specifici e mirati: a tal proposito i migliori risultati si ottengono coniugando azioni sinergiche, ma sempre estremamente efficaci che possano aiutare l`organismo sia dall`esterno che dall`interno.Niente di meglio, quindi, di un integratore da assumere per via orale e che riesca ad aiutarci "dall`interno" con sostanze atte a ripristinare il corretto funzionamento della nostra circolazione. Sostanze come la curcuma, il rusco, l`ippocastano, il pino marittimo francese possono fare davvero molto per il nostro microcircolo e per la circolazione venosa. Non a caso, infatti, la curcuma agisce proprio per limitare i danni del microcircolo, contrastando l`azione dei radicali liberi, diminuendo il dolore, il gonfiore e l`infiammazione tipici del disturbo. E il rusco, ricco di sostanze a proprietà anti-infiammatoria e vasocostrittrice, promuove un`azione sinergica specifica ed efficace. Oggi, per quel che riguarda i problemi della microcircolazione, c`é un integratore che queste sostanze attive le raggruppa tutte. Si chiama Eudren Capsule, é a base di sei estratti vegetali in grado appunto di promuovere un miglioramento del microcircolo, favorendo anche il benessere della cute e il suo trofismo. Eudren Capsule é indicato anche per i problemi cronici che comportano disturbi vascolari, oculistici, uditivi, nervosi e cutanei. E` utilissimo per contrastare lo stress ossidativo, previene il foto-invecchiamento, combatte la ritenzione idrica e il gonfiore di natura iatrogena. Può essere coadiuvato dall`uso di Eudren Crema, una morbida emulsione che restituisce alla pelle freschezza e morbidezza, migliorandone la grana e il turgore e dando un`immediata sensazione di benessere a mani, gambe e piedi affaticati e gonfi.

EUDREN: Una pillola per il microcircolo

Mi chiamo Claudia D. e ho 53 anni. da un po` di tempo soffro di noiosi formicolii alle gambe e alla braccia (anche alle mani, a volte). Spesso la sera ho le gambe stanche, pesanti e leggermente gonfie intorno alle caviglie. Il medico mi ha mandato dal ginecologo, che a sua voltami ha consigliato di prendere la pillola sostitutiva. Sono in menopausa - nel senso che mi sono cessate le mestruazioni - da circa un anno. Per natura e per formazione sono contraria alle medicine e a maggior ragione non mi piace prendere preparati ormonali. Non ho mai preso la pillola contraccettiva: figurarsi ricorrere a preparati a base di ormoni in menopausa! Il mio farmacista mi ha consigliato un prodotto specifico per riattivare il microcircolo che, durante la menopausa, non funziona più a dovere.Si chiama Eudren capsule, si vende in farmacia e basta una o due pastiglie al giorno da prendersi al mattino e/o alla sera. Sono alla fine della prima scatoletta e devo dire che il miglioramento c`é stato. E come! Mi sento meglio, le gambe sono più leggere, non mi sveglio la notte con i dolori alle mani (eh sì, mi succedeva anche questo) e i formicolii non ci sono praticamente più. E il tutto senza ricorrere a farmaci, ma con l`aiuto di una serie di principi attivi vegetali e naturali. Il farmacista mi consiglia di continuare ancora la cura con un`altra scatola di Eudren: lo farò senz`altro e seguirò anche il consiglio di seguire un ciclo di cura a ogni cambio di stagione. E lo sto dicendo a tutte le mie amiche che, come me, non ne possono più di preparati a base di ormoni!

MATERVIT CAPSULE: Non solo mamme

Si chiama MATERVIT ed è un integratore in capsule specifico per le gestanti. Il MATERVIT capsule è utile, infatti, come coadiuvante per la profilassi dell’anemia che si sviluppa nell’ultimo trimestre di gravidanza grazie al riequilibrio minerale e vitaminico ed in tutti i casi di diminuito apporto alimentare di minerali e vitamine soprattutto nei casi di aumentato fabbisogno di questi principi. La formulazione del MATERVIT è stata specifica per fornire un ottimale rapporto sinergico tra acido folico, vitamina C e ferro. In particolare l’acido folico è stato aumentato per permettere un corretto sviluppo del tubo neurale del nascituro, riducendo il rischio dell’insorgenza della spina bifida. Le autorità sanitarie dei paesi ad alto sviluppo scientifico raccomandano che tutte le donne in età fertile che intendono programmare una gravidanza assumano acido folico da almeno tre mesi prima a tre mesi dopo il concepimento. Nel MATERVIT l’azione sinergica tra zinco, rame e manganese permette di stimolare una corretta risposta immunitaria e un normale sviluppo del nascituro. La completezza nella formulazione del MATERVIT rende il prodotto elettivo in gravidanza in considerazione del fatto che inquesta condizione esiste un aumentato fabbisogno di molti minerali e vitamine come conseguenza diretta dell’aumentato consumo dovuto alla crescita progressiva del feto.
LE CARATTERISTICHE PRINCIPALIAcido folico: è una vitamina indispensabile per il metabolismo, il rinnovamento dei tessuti e la crescita; aiuta la sintesi dell’emoglobina e può essere utile per la prevenzione della spina bifida e di altre malformazioni fetali.Ferro: è fondamentale per la formazione del sangue sano. Fa parte dell’emoglobina, responsabile del trasporto e della concentrazione dell’ossigeno nel sangue. E’ fondamentale durante la crescita, la gravidanza, l’allattamento e nei casi di anemie.Vitamina C: protegge l’organismo dall’ossidazione e quindi da un invecchiamento precoce; favorisce l’assorbimento del ferro, interviene nella formazione del connettivo, attiva la cicatrizzazione delle ferite mantenendo elastica la pelle e ottimizza l’assorbimento dell’acido folico.*Magnesio: durante la gravidanza vi è un maggior fabbisogno di magnesio che, se correttamente integrato previene il disturbo dei crampi muscolari; è utile anche come coadiuvante nella prevenzione dell’aborto e dell’ipertensione.*Zinco: interagisce con vari ormoni ed è essenziale per la normale crescita, lo sviluppo, la riproduzione e l’immunità. Livelli di zinco adeguati sono necessari per una corretta funzione immunitaria; una carenza di zinco può provocare, infatti, una maggiore predisposizione alle infezioni.Cromo: utilissimo per il metabolismo glucidico; permette il migliore utilizzo del glucosio. In caso ci carenza di Cromo l’insulina e gli ipoglicemizzanti orali perdono la loro proprietà che si riattiva inserendo nella dieta un supplemento di tale metallo. La carenza di Cromo sembra ridurre la fertilità e la produzione di spermatozoi nel maschio. Un regime particolarmente povero di Cromo può determinare opacità corneale,congestione dei vasi iridei e cataratta. Vitamina D3: importante per l’assorbimento di calcio e magnesio, spesso carenti in gravidanza contribuendo alla corretta formazione dello scheletro fetale.Selenio: ha attività antiossidante e immunomodulatoria.*Vitamina B6: influenza la sintesi dell’emoglobina ed è un fissatore del magnesio e cioè serve a far penetrare e mantenere il magnesio all’interno delle cellule.
*Rame
La formulazione del MATERVIT capsule è completata da altri minerali e vitamine che, in azione sinergica, concorrono all’effetto orchestra soddisfacendo i bisogni nutrizionali in gravidanza, in periodi di particolare astenia, convalescenza, ecc.
*UTILI PER CONTRASTARE LA SINDROME PREMESTRUALE

FIDREN POLVERE: Una polvere magica

Si chiama Fidren polvere e consente di proteggere la pelle, alleviando pruriti e stati di irritazione. Ma cediamo la parola a chi l’ha provata...Mi chiamo Estella C. e ho 69 anni. Da sempre sono un po' cicciotelle, ma dopo la menopausa il problema si é aggravato e ho iniziato ad accumulare peso soprattutto sulla parte "alta", cioè sul seno e sull'addome..per non parlare della pancia. Abito a Napoli e mi accorgo, da qualche anno, di non riuscire più a sopportare il caldo e l'umidità. Sono due anni ormai che – proprio all'attaccatura delle mammelle - mi si forma una fastidiosa e pruriginosa eruzione cutanea che alla notte non mi lascia dormire e mi impedisce di indossare pigiami stretti. Persino il reggiseno mi dà irritazione e mi comunica un senso di costrizione e fastidio. Quest'estate la dermatologa mi ha finalmente aiutato a trovare la soluzione. Il prodotto si chiama FIDREN POLVERE e si trova in vendita in farmacia. Cosparsa sulla pelle forma un velo sottile e inodore che "asciuga" all'istante il sudore che si accumula nelle pieghe della cute, prevenendo il formarsi dell'irritazione. Per "completare l'opera" ho usato - sempre su consiglio del medico – anche FIDREN CREMA e FIDREN SPRAY, due prodotti che aiutano in tal senso. Inoltre FIDREN SPRAY serve anche per le punture degli insetti molesti: un valido aiuto per chi - come me - ha tanta "carne al fuoco" soprattutto d'estate e con gli abiti scollati. IL CONSIGLIO DEL DERMATOLOGOFidren Polvere é un prodotto che, grazie alle molte sostanze attive contenute, permette di restituire alla cute morbidezza e benessere, prevenendo prurito e irritazione cutanea. Il prodotto forma sulla pelle un leggerissimo film protettivo perfetto anche quando é necessaria un'azione rinfrescante ed emolliente. Fidren Polvere é inoltre un prodotto d'elezione per chi soffre di ipersudorazione, ipersensibilità a indumenti sintetici e a fattori ambientali, arrossamenti e screpolature.

EUPODERMA: Per avere cura del piede diabetico

E’ una delle più importanti – e noiose – problematiche che si porta dietro una malattia sempre più diffusa nella popolazione mondiale. Cerchiamo di saperne di più con l’intervento dell’esperta: la dottoressa Magda Belmontesi, dermatologa. E’ un dato di fatto: in condizioni fisiologiche la nostra cute – oltre a regolare molteplici processi biologici dell’organismo – provvede anche all’eliminazione delle sostanze tossiche presenti nel corpo umano. In questo modo la pelle ha un’evidente azione protettiva verso gli agenti fisici, chimici, meccanici e biologici che interagiscono nel nostro benessere. Spiega la dottoressa Magda Belmontesi: “ E’ molto importante nel nostro organismo il ruolo svolto da quello che chiamiamo il “film idrolipidico di superficie” che è costituito, appunto, da una base grassa nella quale si disperde una fase acquosa. Il tutto costituisce una finissima emulsione con una reazione acida con ph che oscilla fra il 4,2 e il 5,6.” Tale strato cutaneo svolge appunto una funzione antimicrobica e un’azione – importantissima – di controllo dell’assorbimento della cute. “Inoltre – spiega Belmontesi – garantisce l’ottimale idratazione. Questo complesso equilibrio è spesso alterato in molti pazienti diabetici ammalati da molto tempo. In questi soggetti sono frequenti le alterazioni del normale trofismo cutaneo per l’azione di turbe metaboliche che traggono origine proprio dalla malattia e dalle sue complicazioni neuro-vascolari.”
STUDI IMPORTANTI
Nei diabetici, quindi, la funzione protettiva della pelle è spesso alterata e deficitaria. In questi soggetti gli squilibri metabolici del diabete possono dar luogo a manifestazioni cutanee di vario tipo. “Dai processi a carattere ulcero necrotico – aggiunge Magda Belmontesi – a quelli degenerativi di tipo infiammatorio.” I disordini dermatologici appaiono di norma dopo che il diabete si è manifestato, ma possono anche manifestarsi alla comparsa della malattia o, addirittura, precederla di qualche tempo. E, spesso, il tutto avviene proprio a carico delle estremità del nostro corpo, come le gambe e i piedi. Continua la dermatologa: “Le infezioni sono un problema comune fra i diabetici e, le infezioni del piede, rimangono una causa importante di disagio che, molte volte, si tramuta in una vera e propria tragedia.” Molti sono i casi, infatti, di imputazione del “piede diabetico” a causa di ulcere iniziali trascurate e sottostimate da medico e paziente. Negli Stati Uniti si è recentemente scoperto che dei 14 milioni di pazienti diabetici la maggioranza è destinata a soffrire di alterazioni patologiche degli arti inferiori. Inoltre, di tutte le complicazioni portate dalla patologia diabetica, quella che interessa il piede è la più comune. Ancora un dato: sempre negli States il 50% delle amputazioni “non traumatiche” che interessano il piede sono dovute al diabete! Che fare allora? ”Intervenire per tempo – ammonisce la dermatologa – aiutando la pelle a non perdere il suo naturale trofismo e la sua basilare funzione protettiva. E attuare un serio programma preventivo per contribuire all’idratazione e al benessere cutaneo..cominciando dai piedi!”
UNA LINEA SPECIFICA da RPF (Ricerca Prodotti Farmaceutici)
Una proposta specifica per attuare un serio programma di cura e prevenzione per la pelle diabetica. Per quel che riguarda la detersione e l’igiene quotidiana, Eupoderma Liquido svolge un’efficace azione detergente con un ph fisiologico complementare al trattamento delle alterazioni cutanee del piede diabetico. Eupoderma Olio da massaggio contrasta invece la perdita di elasticità e la fragilità della cute propria del piede diabetico. Infine Eupoderma Crema è un’emulsione unica nel suo genere per potenziare il processo di naturale rigenerazione della pelle e per consentire la necessaria protezione del trofismo neuroepidermico del piede diabetico.

Efficacia clinica di IDRASTIN CREMA LINFODRENANTE

Prof. E.G. ROSATO Unità Funzionale Chirurgia Vascolare - Casa di Cura Accreditata Villa del Sole - Cosenza
Riassunto
Uno studio clinico è stato condotto in pazienti affetti da ulcera flebostatica al fine di verificare l'efficacia terapeutica del preparato Idrastin Crema Linfodrenante (RPF). 40 pazienti, omogenei per sesso ed età, gruppo A (20) trattato con terapia elastocomplessiva; gruppo B (20) terapia elastocomplessiva + Idrastin Crema Linfodrenante. Parametri valutati: componente algica locale, flogosi periulcerosa, comparsa tessuto granulazione, trofismo tessuto periulceroso e tempo di cicatrizzazione dell'ulcera.La dolorabilità nel gruppo B è scomparsa entro 72 ore dal trattamento, gruppo A dopo una settimana. Flogosi periulcerosa: gruppo B entro 7 giorni, gruppo A entro 14 giorni. Granulazione fondo: gruppo B entro la prima settimana, controllo dopo seconda settimana. Cicatrizzazione: gruppo B mediamente 4 settimane, gruppo A, 6 settimane. Tessuto periulceroso: scomparsa aree discromiche, atrofiche e migliorato il trofismo cutaneo nel gruppo B mentre nel gruppo di controllo le modificazioni trofiche interessavano solo la pregressa area ulcerosa. L'effetto antalgico è dovuto ai fitoestratti di luppolo ed all'estratto di hedera helix.L'effetto antiflogistico ed antiedemigeno è dato dall'aesculus hippocastanum, dalla vitis vinifera e dai fitoestratti di ruscus aculeatus; la riparazione dei tessuti distrofici e da attribuirsi all'allantoina, alla centella asiatica,e all'acido jaluronico contenuti nel preparato topico.Idrastin Crema Linfodrenante (RPF) risulta essere un valido acceleratore nella cicatrizzazione dell'ulcera flebostatica rispetto alla sola terapia elastocompressiva.
Introduzione
L'ulcera flebostatica degli arti inferiori, complicanza tipica di un'insufficienza venosa cronica al terzo stadio, ancora oggi, riguardo al trattamento, i pareri sono discordi. Delle varie metodiche terapeutiche proposte in letteratura nessuna di esse risulta esente da recidive. ( 7, 12 )Nella nostra casistica, la maggior parte delle ulcere venose, trattate sia chirurgicamente che ambulatoriamente, l'incidenza delle recidive varia dal 5 per cento al 31 per cento( 9 ).Il trattamento ambulatoriale di tipo conservativo, da noi impiegato, si basa sull'impiego di un nuovo preparato topico costituito da: aesculus hippocastanum, ruscus aculetatus, allantoina, centella asiatica, vitis vinifera, acido jaluronico, equiseto, luppolo ed estratto di edera ( Idrastin crema linfodrenante).Scopo del presente lavoro è stato uno studio prospettivo sulle modificazioni del tessuto periulceroso distrofico ( aree di atrofia bianca, discromie cutanee e lipodermatosclerosi) e comparsa di cicatrizzazione del tessuto ulceroso in due gruppi di pazienti affetti da ulcus cruris aperta trattati rispettivamente con:- elastocompressione ( gruppo A );- Idrastin crema linfodrenante + elastocompressione ( gruppo B ).
Materiali e metodi
Per tale studio sono stati selezionati 40 pazienti affetti da ulcera flebostatica monolaterale agli arti inferiori e suddivisi in due gruppi di 20 pazienti ciascuno. Per ogni paziente è stato formulato un protocollo clinico ove venivano riportati i seguenti parametri: età, sesso, patologia associata ( ipertensione, diabete ), pregresse complicanze venose ( ulcere recidivanti, trombosi venosa profonda, varicoflebite superficiale, varicorragia), presenza e tipo di varicosità, tempo di comparsa dell'ulcera, la sede, la sintomatologia soggettiva ( dolorabilità ).Inoltre, sono state analizzate e riportate le seguenti caratteristiche dell'ulcera: le dimensioni, il fondo ( presenza di tessuto di granulazione, di fibrina o necrosi ) e la presenza nel tessuto periulceroso riguardanti: edema, ipodermite, atrofia bianca.Per quanto riguarda le dimensioni, le ulcere sono state suddivise in piccole ( 2 cm quadrati;), medie ( 2,1 5 cm quadrati ) e grandi ( 5,1 10 cm quadrati ). Infine veniva riportata il tipo di terapia effettuata precedentemente per la patologia in questione.Dal presente studio sono stati esclusi i pazienti che presentavano un indice di Winsor inferiore a 0,90 per cento ed una pletismografia acrale con note di compromissione del letto vascolare terminale ( eventuale eziologia mista dell'ulcera ).Inoltre, l'inizio della terapia, in ciascun gruppo iniziava dopo accurata toilette del fondo e dei margini dell'ulcera.I controlli effettuati ogni 3 giorni sino alla cicatrizzazione prendevano in considerazione la scomparsa della dolorabilità, del rossore, dell'edema, la comparsa del tessuto di granulazione del fondo, il tempo di cicatrizzazione, le modificazioni del tessuto periulceroso.Ai pazienti appartenenti al gruppo A, veniva eseguito dal medesimo operatore una comune detersione dell'ulcera e si confezionava un bendaggio elastocompressivo a permanenza per 3 giorni mentre ai pazienti del gruppo B, dopo la detersione veniva somministrata sul fondo e sul tessuto periulceroso Idrastin Crema Linfodrenante e si applicava per tre giorni lo stesso bendaggio elastico a permanenza. Si raccomandava a ciascun paziente di riprendere la propria attività lavorativa.
Risultati
I pazienti costituenti ciascun gruppo erano omogenei per sesso ( 5 uomini e 15 donne ) ed età. Gruppo A : età minima 52 anni, massima 74, media 62,1; gruppo B : età minima 51 anni, massima 81 anni, media di 60,7. Di tutti i pazienti esaminati, soltanto un paziente del primo gruppo ed uno del secondo gruppo erano affetti da diabete mellito.Per quanto riguarda antecedenti complicanze venose si è riscontrato che tutti i pazienti del primo e del secondo gruppo riferivano un pregresso episodio di trombosi venosa profonda all'arto affetto da ulcera ed un paziente del secondo gruppo riferiva un episodio di varicorragia.Obiettivamente le varici di tipo tronculare erano presenti in tutti i pazienti del gruppo A ed in 19 del gruppo B. Di questi pazienti, 9 del primo gruppo erano stati sottoposti a trattamento chirurgico pregresso mediante safenectomia, mentre 4 lo erano stati del secondo gruppo. Altre terapie praticate riguardavano 4 pazienti del secondo gruppo dei quali 2 avevano praticato scleroterapia e 2 avevano subito un autoinnesto dermo-epidermico.L'edema era presente in 17 pazienti del gruppo A mentre nel gruppo B in 16; l'ipodermite localizzata era presente in tutti i soggetti mentre le aree di atrofia bianca nel tessuto periulceroso era così distribuita: primo gruppo 8 pazienti, secondo gruppo 7 pazienti. Le ulcere recidivanti risultavano: 7 nel primo gruppo, 11 nel secondo gruppo.L'età dell'ulcera era estremamente variabile nei due gruppi esaminati e precisamente:- gruppo A : minima inferiore ad 1 mese, massima 15 mesi;- gruppo B : minima inferiore ad 1 mese, massima 24 mesi.La sede dell'ulcera era tipicamente peri-malleolare interna nel 71 per cento mentre nel 29 per cento risultava in sede atipica. Il fondo nell'81 per cento risultava scarsamente granuleggiante mentre nel 19 per cento era misto: fibrino-granuleggiante distribuito in ciascun gruppo. La scomparsa della dolorabilità si è avuta entro le 72 ore nei pazienti del gruppo B mentre in quello A dopo oltre una settimana.I tempi di cicatrizzazione variavano a seconda delle dimensioni dell'ulcera. Il gruppo dei pazienti trattati con il preparato topico hanno presentato la completa comparsa del tessuto di granulazione del fondo ulceroso in un tempo medio di 9 giorni mentre nel gruppo con la sola terapia elastocompressiva ciò avveniva in 15 giorni.L'esame del tessuto periulceroso non ha messo in evidenza grosse modificazioni nel gruppo A ottenendosi dei risultati scarsi nella maggior parte dei casi anche se non sono mancati risultati buoni ( 7 casi gruppo A ) da attribuirsi quest'ultimi alla terapia elastocompressiva. La migliore risposta l'abbiamo riscontrata nel gruppo di pazienti ove è stata associato al bendaggio elastocompressivo la terapia topica, con risultati buoni ( 6 casi ) ed ottimi (13 casi). Solamente in un paziente i risultati sono stati scarsi.Il test di Wilcoxon per dati non parametrici in ordine del tessuto periulceroso ha dato i risultati illustrati in tabella 2.
Tab. 2 Test di Wilcoxon per dati non parametrici in ordine alla valutazione del tessuto periulceroso
Trattamento gruppo A= N.S. Trattamento gruppo B = **
N.S. = non significativo ** = Altamente significativo
Infine, non è stata riferita alcuna reazione di tipo allergico durante i follow-up clinici per tutta la durata del trattamento in nessun paziente del gruppo B.
Conclusioni
I costituenti del preparato topico da noi impiegato possiedono tutte le caratteristiche cliniche relative all'incorporamento con il fondo delle soluzioni di continuo e fra queste da una parte il suo effetto di barriera meccanica contro la perdita di sostanze, mentre dall'altra l'effetto sulla neoangiogenesi. Quest'ultima funzione, clinicamente è data dalla comparsa o dall'incremento del fondo ulceroso di aree o bottoni di tessuto di granulazione, già dopo pochi giorni dalla sua applicazione.Inoltre, in tutti i pazienti si verifica la scomparsa della sintomatologia algica preesistente sulla sede del tessuto leso. La cicatrizzazione della pregressa sede ulcerosa, generalmente si è presentata ben trofica in tutti i pazienti ove è stata somministrato il preparato topico.Infatti, la soluzione di continuo veniva regolarmente ricoperta da tessuto neo-epiteliale di aspetto roseo, liscio, non secco e non desquamante, a differenza del gruppo trattato con la sola elastocompressione, ove se anche la cicatrizzazione delle lesioni di continuo è avvenuta ugualmente, ma in tempi più lunghi, il tessuto cicatriziale aveva un aspetto secco, con aree desquamative.Il miglior trofismo del tessuto neoformato, nel gruppo di ulcerosi trattati con i principi attivi somministrati topicamente potrebbe essere dovuto all'aumentato apporto di precursori della sostanza fondamentale del neo-connettivo e del collagene, rispettivamente da parte della centella asiatica e dell'acido jaluronico, mentre l'allantoina, è ben nota per il suo effetto proliferativo cellulare, come riportato in letteratura.( 5,10,11 )L'apporto esogeno di tali sostanze potrebbero agire quali stimolatori su un tessuto leso con compiti ben precisi, ancora da chiarirsi a livello microcircolatorio, soprattutto sul ripristino e sull'omeostasi del neo-periangio. ( 3 )Significativi sono stati i risultati ottenuti nel presente studio, relativi alle modificazioni trofiche periulcerose.Infatti, in questi pazienti oltre alla comparsa di un neo-epitelio, si è avuto un inaspettato ripristino del trofismo cutaneo nel territorio circostante l'ulcera. Esso appare più roseo, vascolarizzato, con scomparsa dell'ipodermite e soprattutto dell'atrofia bianca.Ma come spiegare tutto ciò?E' ben noto che l'aesculus hippocastanum ed il ruscus aculeatus hanno un effetto antinfiammatorio ed antiedemigeno. ( 2, 5) Tali sostanze possiedono caratteristiche proprietà nella riparazione tissutale come è stato riportato da alcuni Autori.( 2,4,5 )La ben evidente elasticità cutanea ottenuta nella sede della soluzione di continuo deporrebbe per l'efficacia del fitoestratto di equiseto impiegato dalla moderna fitocosmesi quale effetto elasticizzate e nutriente nelle secchezze cutanee, tipiche nei pazienti sottoposti a ripetuti bendaggi elastocompressivi come nel presente studio.(5)Nell'insufficienza venosa cronica, soprattutto al II e III stadio, secondo la classificazione di Widmer, le modificazioni cutanee indotte dalla stasi portano quasi spesso caratteristiche pous e infiammatorie nelle aree affette da lipodermatosclerosi, così come la progressione della patologia può sfociare ad un estremo grado di anossia dando luogo all'atrofia o all'ulcerazione dei tessuti. ( 6,12,13 )Inoltre, un edema perivasale, come dimostrano gli studi di microcircolazione, risulta essere alla base di tutte le alterazioni del distretto in questione, cosicchè; l'effetto antiedemigeno dei fitoestratti somministrati topicamente, troverebbe una sua giusta applicazione. ( 1, 8 )La rimozione della stasi con l'elasto-compressione, coadiuvata dagli effetti riparatori tissutali della centella asiatica, dell'allantoina ed in particolare dell'acido jaluronico, determinerebbe, in tempi brevi, il ripristino di aree cutanee lese ridando ai tessuti il normale trofismo, ripristinando la sostanza fondamentale del connettivo e la costituzione del neo-collagene, come depongono nel presente studio i risultati ottenuti sulla riparazione del tessuto ulceroso.Inoltre, tale preparato topico da noi impiegato possiede effetti benefici sulla riparazione in sede perilesionale mediante la scomparsa: dell'infiammazione, delle aree di aderenze, dell'indurimento del tessuto periulceroso, ottenendo così un miglior trofismo cutaneo.L'impiego dei principi attivi contenuti nella Idrastin Crema Linfodrenante, nel presente studio, sono risultati efficaci nel ridurre i tempi di granulazione, di cicatrizzazione ed inoltre, tale preparato possiede quelle proprietà antinfiammatorie ed anti-edemigene, particolarmente nei tessuti ove prevalgono i fenomeni di stasi veno-venulare distrettuale.
Bibliografia
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Cenni sulla detersione

Atto igienico personale - Rituale catartico antistress - Bisogno sociale migliorativo della vita di relazione La detersione è la rimozione dello sporcoA) Lo sporco esogeno deriva dalla contaminazione ambientale e si adagia sul film idrolipidico che riveste lo strato corneo, idratandolo, conferendogli protezione meccanica, consentendo lo sviluppo della flora batterica residente saprofita.B) Lo sporco endogeno deriva dai detriti tessutali e dalle secrezioni sebacea e sudorale.
Il distacco dello sporco dal substrato pelle è possibile grazie ai TENSIOATTIVI, sostanze dotate di attività di superfice, in grado di variare la tensione superficiale dell’acqua e delle particelle sporco/grasso.Con essi aumenta il potere bagnante dell'acqua, mentre le particelle di sporco/grasso si distaccano dalla superfice, su cui sono adagiate, per rimanere prima sospese in acqua e quindi venire allontanate col risciacquo.
In soluzione acquosa i tensioattivi si comportano diversamente secondo le caratteristiche elettrochimiche; in base alla carica assunta dalla porzione idrofila possono essere classificati in:
- Anionici (aventi carica negativa).- Cationici (aventi carica positiva).- Anfoteri (aventi entrambe le cariche, con prevalenza dell’una o dell’altra a seconda del valore del pH).- Non Ionici (non aventi cariche elettriche).
I saponi tradizionali sono tensioattivi anionici; chimicamente sono sali alcalini (in genere sodio e potassio) di acidi grassi deboli (laurico, oleico, stearico); si idrolizzano in ambiente acquoso, generando soluzioni a pH alcalino. E' per questo che l’uso dei saponi porta inevitabilmente ad un innalzamento, anche se temporaneo, del pH cutaneo. Inoltre, in presenza di sali di calcio e magnesio, di cui sono ricche le acque particolarmente dure, danno luogo alla formazione di sali insolubili, che si depositano su pelle e capelli.I Syndet sono tensioattivi sintetizzati in alternativa ai saponi tradizionali e per ovviare agli inconvenienti da essi presentati. Tra i primi gli achilsolfati, dotati di un eccessivo potere sgrassante e perciò poco adatti alla detersione della pelle. Meno irritanti e meglio tollerati dalla cute i syndet anionici sottoposti a processi di etossilazione (alchiletossisolfati), o, dalle ricerche successive, i solfosuccinati e gli acilglutammati. Non vengono usati nei detergenti cutanei i syndet cationici, perchè privi di caratteristiche detergenti un effetto balsamo, in quanto neutralizzano le cariche elettriche negative delle cheratine; hanno inoltre elevato potere antimicrobico.
I tensioattivi anfoteri possiedono la capacità di comportarsi come anionici o cationici a seconda del pH. Sono dotati di buone capacità schiumogene, detergenti e bagnanti, pur mantenendo un’elevata tollerabilità; vengono anche usati in combinazione con gli anionici, allo scopo di ridurne l'aggressività. Le molecole oggi più utilizzate sono i derivati betainici e imidazolinici ad elevata compatibilità con pelle e occhi.
I tensioattivi non ionici non si ionizzano in soluzioni acquose essendo privi di cariche nette; sono dotati di elevata tollerabilità, ma sono, in genere, poco schiumogeni e pertanto vengono poco usati come tensioattivi primari nei prodotti per la detersione, vengono associati e trovano applicazione come emulsionanti o solubilizzanti. I più recenti tensioattivi non ionici derivati dal glucosio hanno caratteristiche tali da poter essere usati anche da soli e con buone performance.In un prodotto dedicato alla detergenza oltre ai tensioattivi primari e/o secondari hanno un ruolo importante: stabilizzanti della schiuma, regolatori della viscosità, agenti sostantivanti per cute e capelli, surgrassanti, solubilizzanti principi attivi e/o essenze dermofunzionali o coloranti, modificatori del pH, stabilizzanti microbiologici, emollienti, antinfiammatori.In un prodotto dedicato alla detergenza oltre ai tensioattivi primari e/o secondari hanno un ruolo importante: stabilizzanti della schiuma, regolatori della viscosità, agenti sostantivanti per cute e capelli, surgrassanti, solubilizzanti principi attivi e/o essenze dermofunzionali o coloranti, modificatori del pH, stabilizzanti microbiologici, emollienti, antinfiammatori.La DETERSIONE PER AFFINITA' non si serve di molecole tensioattive, ma si basa sulla possibilità di sostituire in superfice la frazione idrolipidica del film cutaneo su cui è depositato lo sporco tramite sostanze grasse e di solubilizzare in esse lo sporco/grasso; è necessaria poi una forza meccanica, in genere attraverso un tampone, oppure il risciacquo con l’acqua, come nella detersione tradizionale, per veicolare e portare via lo sporco. Questo tipo di detersione è caratteristico dei latti detergenti e degli olioshampoo.Una pratica molto frequente è addizionare ai prodotti per la detersione sostanze ad attività specifica (DERMOFUNZIONALI) come, ad esempio, disinfettanti antibatterici (clorexidina, acido undecilenico, piroctoneolammina) o fitoestratti ad azione antinfiammatoria, lenitiva, antimicrobica (acido 18bglicirretico, mimosa tenuiflora malaleuca alternifolia). Per contrastare i fenomeni di alcalinità si addizionano acidi organici deboli (a-b-polidrossi acidi) o, per preservare l’idratazione, sostitutivi del film idrolipidico (filmogeni).
La detersione non equilibrata può indurre una serie di scompensi così riassumibili:
- Azione delipidizzante- Modificazione del pH cutaneo- Alterazione della flora cutanea- Alterazione dello strato corneo- Disidratazione e aumento della TEWL (perdita idrica transepidermica)- Azione irritante- Azione sensibilizzante
Tali squilibri sono correlati tra loro con un meccanismo a catena: la delipidizzazione conseguente all’asportazione delle sostanze disperse nel film idrolipidico comporta modifiche del pH e variazioni della flora cutanea, nonchè disidratazione ed esposizione del corneo agli agenti aggressivi fisici e chimici (desquamazione, fissurazione), perdita della funzione barriera, fenomeni tossici diretti con il rilascio dei mediatori chimici dell’infiammazione. Oltre l’istaurarsi di una dermatite irritativa, tali alterazioni inducono anche la possibilità di una sensibilizzazione allergica in soggetti predisposti. La permanenza sulla cute di sali di acidi grassi di Ca e Mg, insolubili in acqua, può portare all’occlusione degli osti follicolari e dei dotti sudoripari (Follicoliti Miliaria).Dott. Paolo CATERINODermatologoSpecialista AmbulatorialeA.S.L. CE 2